VINCENZO LIBERO! NO ALLE ESPULSIONI!

L’8 agosto 2019, nel corso di un’operazione congiunta tra la polizia italiana e quella francese sulla base di un mandato di cattura europeo, Vincenzo viene arrestato a Rochefort en Terre in Bretagna. Vincenzo viveva da anni dopo essersi sottratto ad una condanna spropositata, più di dodici anni di carcere, per aver partecipato al contro-vertice del G8 a Genova nel 2001. In attesa che la Francia decida se consegnarlo o no all’Italia attualmente è rinchiuso presso il carcere di Vezin- le Coquet, vicino a Rennes.

Circa trecentomila persone sono scese in strada a Genova per opporsi all’imposizione dell’ennesimo vertice dei potenti della terra, in continuità con le opposizioni avvenute tra il 1999 e il 2001 a Seattle, Praga, Nizza, Goteborg, Napoli e infine Genova.

Per dirla con le parole che Vincenzo ha usato al Tribunale di Genova durante l’udienza del 2007: “Ognuno che con i propri poveri mezzi, si è adoperato per opporsi a un ordinamento mondiale basato sull’economia capitalista, che oggi si definisce neoliberista… la famigerata globalizzazione economica, che si erge sulla fame di miliardi di persone, avvelena il pianeta, spinge le masse all’esilio per poi deportarle ed incarcerarle, inventa guerre, massacra intere popolazioni”.


Il livello della repressione poliziesca è stato molto alto. Numerosi arresti, centinaia di feriti e un ragazzo ucciso da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine, responsabili anche dei pestaggi e delle torture avvenuti specialmente nella scuola Diaz e nella caserma di Genova-Bolzaneto.

In seguito, dopo numerose carcerazioni preventive in un clima da caccia alle streghe, 10 manifestanti sono stati condannati a pene che vanno dagli 8 ai 15 anni di prigione per il reato di “devastazione e saccheggio”, da Genova in poi sempre più applicato per reprimere le lotte. Vincenzo è uno di questi.

[…] da Genova in poi niente più sarebbe stato come prima, né nelle piazze né tanto meno nei processi a seguito di eventuali disordini. Si apre la strada con sentenze di questo tipo ad un modus operandi che diventerà prassi naturale in casi simili, cioè colpire nel mucchio dei manifestanti per intimorire chiunque si azzardi a partecipare a cortei, marce, dimostrazioni… non credo sia fuori luogo parlare di misure preventive di terrorismo psicologico”.


La lotta per strappare dalle mani della rappresaglia poliziesca e dello Stato compagni come Vincenzo fortifica la volontà e la determinazione di chi non si sottomette a quell’ordine mondiale, progettato anche durante il vertice G8 del 2001 a Genova, le cui miserie abbiamo davanti agli occhi.

Invitiamo a partecipare alle assemblee e a sostenere le iniziative per la liberazione di Vincenzo nei giorni di mobilitazione organizzati insieme ai comitati di sostegno in Francia:

 

Amici, familiari e compagn* di Vincenzo
Milano, 11 settembre 2019

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